Caserta. Softlab Tech Srl, dopo aver annunciato la cessazione dell’attività per il 31 dicembre prossimo e aver di conseguenza messo tutti i lavoratori in cassa integrazione a zero ore fino a quella data, avvia anche l’iter per il licenziamento collettivo dei 146 dipendenti rimasti tra Caserta e Roma.
Il grosso, 127 addetti, lavoravano alle sedi di Caserta e Maddaloni dell’azienda di informatica – chiuse da mesi – e rappresentano i superstiti di quella che era la pattuglia dei quasi 250 lavoratori che qualche anno fa accettarono di lasciare la multinazionale Jabil di Marcianise per transitare appunto in Softlab, che per riassumere gli addetti ricevette da Jabil diversi milioni di euro; quasi tutti i lavoratori furono poi incentivati da Jabil a lasciare con somme cospicue, tranne gli ultimi 55 addetti, 36 dei quali hanno impugnato la ricollocazione in Softlab, dando vita ad un processo civile in corso al tribunale di Santa Maria Capua Vetere.
Softlab avrebbe dovuto garantire un futuro occupazionale a tutti i circa 250 ex Jabil, come peraltro scritto negli accordi siglati in sede ministeriale davanti alle diverse istituzioni, ma ciò non mai è avvenuto, anzi i dipendenti di Softlab Tech – tra cui anche 19 in servizio nella sede romana – sono stati quasi sempre in cassa integrazione senza produrre nulla, e ciò fino alla doccia gelata ma attesa dell’annuncio avvenuto qualche mese fa da parte della proprietà della cessazione di ogni attività. Nel tempo dei quasi 250 lavoratori che inizialmente componevano l’organico di Softlab Tech, molti – specie gli ex Jabil ormai sfiduciati – si sono dimessi, e oggi sono meno di 150.
L’avvio della procedura di licenziamento collettivo spegne ogni speranza di una ripresa dell’attività nel Casertano, anche se al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) sono in corso colloqui per ricollocare gli addetti in altre realtà produttive del territorio. Softlab Tech è società del gruppo Softlab, che ancora ha alcune centinaia di dipendenti tra le sedi rimaste di Roma e Lecce.
