Presentate le Stufe di San Germano all’interno del Parco delle Terme di Agnano

Napoli. Presentata alle Terme di Agnano la nuova area relax e benessere delle Stufe di San Germano, il complesso unico esempio al mondo di saune a calore secco naturale grazie al particolare microclima generato dai soffioni vulcanici tipici dei Campi Flegrei.

L’area, che si trova all’interno del Parco delle Terme di Agnano noto nel mondo per unicità, tradizione e storia millenaria, comprende 5 saune naturali e a calore secco con sale comunicanti e temperature che variano dai 40 ai 75 gradi, alimentate da soffioni vulcanici ricchi di idrogeno solforato arricchito da naturali benefici minerali che, oggi come in passato, sono simbolo di armonia tra natura, storia e benessere in grado di offrire un’esperienza esclusiva e senza tempo a chi le visita. La struttura è completata da un centro, l’Istituto estetico avanzato, che offre trattamenti moderni dedicati alla bellezza e al benessere, un’elegante piscina interna di acqua dolce e una zona relax con servizi avanzati e di eccellenza.

Il complesso delle Stufe di San Germano si inserisce all’interno del Parco delle Terme di Agnano, costituito da 46 ettari di natura incontaminata, 72 sorgenti naturali, 2 parchi archeologici, 6 piscine termali, centro massaggi e trattamenti Spa, aree Bistrot, relax e solarium.

La nuova struttura è stata presentata nel corso di un incontro con la stampa al quale hanno partecipato Federica Vanacore (TDA, società di gestione di parte del Parco delle Terme di Agnano); Gennaro Rispoli (consigliere comunale, primario chirurgo ed esperto di termalismo); Giovanni Bartolo (architetto e già direttore tecnico delle Terme di Agnano); Mariolina Riccitiello (beauty specialist e responsabile dell’Istituto estetico avanzato).

L’iniziativa è stata realizzata in collaborazione con Casa Amalfi, Ferrigno, Mondadori Bookstore Ma, Strega Alberti, e Aloha eventi.

Stufe di San Germano, uniche al mondo per storia, salute e benessere

Le Stufe di San Germano sono un luogo straordinario da sempre legato al benessere fisico e spirituale, celebrato a lungo nei secoli come unico esempio al mondo di saune a calore secco naturale grazie al particolare microclima generato dai soffioni vulcanici tipici dei Campi Flegrei.

L’ambiente è composto da 5 stufe naturali a calore secco con sale comunicanti e temperature che variano dai 40 ai 75 gradi. Le saune naturali sono alimentate da soffioni vulcanici ricchi di idrogeno solforato arricchito da naturali benefici minerali che, oggi come in passato, rappresentano un simbolo di armonia tra natura, storia e benessere in grado di offrire un’esperienza esclusiva senza tempo a chi le visita.

In questo luogo speciale, storia, natura e relax si fondono in una esperienza senza tempo: tradizione e innovazione si incontrano per offrire un’esperienza senza pari che includerà in particolare:

  • le rinomate stufe termali a calore secco naturale, uniche al mondo per il massimo benessere naturale;
  • un centro estetico avanzato che propone una selezione di trattamenti, protocolli e massaggi dedicati alla cura del viso e del corpo, che possono essere vissuti come singola esperienza oppure inseriti in un percorso personalizzato costruito su misura dopo un’attenta consulenza iniziale;
  • un’elegante piscina interna di acqua dolce;
  • l’area include inoltre docce con cromoterapia, giardino zen, ampie zone relax interne ed esterne, lettino, spogliatoio con docce e armadietto personale, utilizzo giornaliero di accappatoio e telo, tasting corner ed altri servizi di eccellenza.

Parco delle Terme di Agnano

La storia delle Terme di Agnano

La conca di Agnano rappresenta il più vasto bacino termale d’Italia, e le Terme di Agnano, con le sue 75 sorgenti di varia natura e caratteristiche, ne sono la massima espressione da millenni.

I primi a comprendere l’alto valore curativo, sia fisico che spirituale delle Terme di Agnano furono i Greci: le più antiche testimonianze archeologiche ritrovate ad Agnano risalgono infatti addirittura al IV-III secolo A.C. Successivamente, i Romani cominciarono a costruire strutture per lo sfruttamento di queste acque portentose, e in età adrianea fra il 117 e il 138 D.C edificarono un imponente stabilimento termale che si distingueva per la grandiosità dell’edificio, sviluppato su ben 7 livelli sovrapposti. La caratteristica era quella di poter riscaldare gli ambienti sfruttando il calore naturale che fuoriusciva dalla collina del Montespina, alla quale la struttura si appoggiava.

Famose e portentose sono le grotte a calore secco naturale di San Germano, che prendono il loro nome dal vescovo di Capua, che qui si curò per un’artrite associata ad una malattia della pelle. Si tratta di soffioni boraciferi ricchi di idrogeno, solfuro e minerali che utilizzano un clima asciutto con una temperatura variante da 40 a 75 °C, creando un’umidità maggiore del suolo e stimolando la circolazione sanguigna.

Nel Medioevo, quando gli edifici puteolani e baiani erano ormai andati in rovina, l’edificio di Agnano divenne il più rinomato complesso termale flegreo in attività. Intorno al XI° secolo, traumatici eventi geologici stravolsero l’assetto del territorio e modificarono la circolazione delle acque sotterranee favorendo la formazione del grande Lago di Agnano, che sommerse tutta la parte più depressa della Piana.

Solo nel 1870 il patrimonio termale che il Lago di Agnano conservava ben nascosto sotto le sue acque si rivelò. Dopo l’unità d’Italia, infatti, una legge del 3 maggio 1865 concesse la possibilità di bonificare il luogo a un imprenditore napoletano, l’ingegner Martuscelli, che realizzò l’opera a proprie spese in cambio della proprietà dei suoli bonificati e delle terre demaniali circostanti.

La bonifica cominciò con lo scavo del traforo della collina di Montespina (fino alla spiaggia di Bagnoli), che venne aperto il 28 settembre 1870, svelando il grande segreto del Lago di Agnano: decine e decine di sorgenti termali disseminate su tutto il fondo, liberate dalle acque che avevano alimentato per centinaia di anni, ora sgorgavano e ribollivano naturalmente a temperature diverse. All’inizio tuttavia nessuno colse la portata di tale scoperta e fu necessario attendere più di 15 anni perché qualcuno pensasse di tramutare tanta ricchezza in qualcosa di produttivo.

Nel 1887 infatti il medico ungherese Giuseppe Skinner si recò ad Agnano e presentò il suo ambizioso progetto che utilizzava le tante leggende del luogo. tra le quali quella del Vescovo di Capua Germano, da cui discende il nome delle stufe, che recatosi nel sudatorio per curare un’infezione cutanea, incontrò l’ombra del Diacono Pascasio morto un secolo prima e condannato al purgatorio dall’antipapa Lorenzo. La leggenda narra che Germano, impietosito dalle sofferenze di Pascasio, si raccolse in preghiera miracolosamente riuscendo, poi, ad ottenerne la liberazione e associando in questo modo, nell’immaginario popolare, la purificazione dello spirito e quella del corpo prodotta dal sudatorio.

Nei primi anni del 1900 un gruppo di imprenditori si decise finalmente ad investire propri cospicui capitali, e il 16 febbraio 1909 fu finalmente costituita la prima società Terme di Agnano in nome collettivo. Nel 1917, in pieno conflitto mondiale, la società fu messa in liquidazione e sostituita da una nuova azienda, Per le Terme di Agnano, in cui la Banca commerciale italiana era azionista di maggioranza.

Soprattutto nel Mezzogiorno, lo scopo di valorizzare e incentivare lo sfruttamento dello straordinario patrimonio idro climatico che rappresentava una concreta opportunità di sviluppo per le regioni più colpite dal conflitto appena terminato, rese le Terme di Agnano un esempio da seguire per tutte le stazioni termali e climatiche del Sud Italia. Strategica, in particolare, fu la decisione di tenere aperta l’attività termale tutto l’anno, grazie al clima mite anche in inverno, contrariamente alle grandi strutture del Nord Italia e di tutta Europa che diffondevano la cultura del termalismo solo nella stagione calda.

Alla fine della Seconda guerra mondiale, gli stabilimenti vennero riconsegnati alla società termale, ad eccezione dell’albergo che restò requisito fino all’ottobre 1946. La guerra fu una vera e propria sciagura per la società termale, che ne uscì sull’orlo di un fallimento economico evitato soltanto grazie alla riscossione dei canoni di fitto dei terreni dai coloni e alle prime indennità di requisizione. Con tali risorse, la società riuscì ad avviare i lavori più urgenti per la ripresa dell’attività.

Nel 1959 partì un progetto di sistemazione generale, urbanistica, turistica e termale di tutta la piana della bonifica e la progettazione esecutiva di un nuovo edificio che avrebbe contenuto entrambe le funzioni di stabilimento termale e di albergo. Nel 1964 fu demolita l’ala dei bagni della Casina di caccia, mentre nel 1978 furono realizzate le opere di rifacimento del reparto stufe.

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