Associazione Mondragone Bene Comune. Si, lo sappiamo: per loro non è tempo di risanamenti o di bilanci stabilmente riequilibrati. Le priorità dei forzaitaliòti sono ben altre. Dopo aver portato – per la prima volta nella sua lunga storia – il Comune di Mondragone al fallimento, l’Amministrazione Lavanga ha fatto calare sul default un silenzio tombale, posticipando (con la “furbata” del bilancio di previsione per il 2025 approvato prima della dichiarazione del dissesto) l’avvio del risanamento in modo da non intralciare con provvedimenti “lacrime e sangue” la campagna elettorale. Paradossalmente, del dissesto stanno attualmente, in questi mesi di campagna elettorale, addirittura “beneficiando”. Ma il disastro c’è, si aggraverà e si appaleserà. È solo con il decreto ministeriale di approvazione dell’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato che prenderà infatti effettivamente avvio – eventualmente – il percorso di superamento della crisi e di risanamento dell’ente e, quindi, non andava affatto perso tempo, ma bisognava accelerare in modo da avviare subito il percorso di uscita dal fallimento. Come si sa, dalla deliberazione del dissesto, mentre l’OSL (già nominato ed entrato in carica) si occupa dei debiti pregressi dell’ente locale, gli organi istituzionali dell’ente, che restano in carica, debbono occuparsi esclusivamente di risanare il bilancio, al fine di non incorrere in un nuovo dissesto (art. 245, comma 3, t. u. enti locali). Quindi, gli organi istituzionali dell’Ente devono: gestire temporaneamente il bilancio durante la procedura di risanamento; elaborare l’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato; avviare una nuova e diversa gestione finanziaria dell’Ente volta al raggiungimento e al mantenimento dell’equilibrio economico-finanziario. Il Consiglio comunale dovrebbe essere quindi già al lavoro per redigere un’ipotesi di bilancio in riequilibrio nel rispetto di quanto stabilito dal t. u. enti locali. Ma, di come strutturare il bilancio stabilmente riequilibrato, ovvero l’atto che dovrebbe permetterci di uscire nel tempo dal dissesto, nessuno parla: ancora una volta è stato derubricato ad atto tecnico-burocratico e messo testardamente nelle mani di qualche società esperta (a loro dire, perché di curriculum manco l’ombra), con ulteriore spesa a carico dei cittadini, oltre che in quelle di chi non aveva tecnicamente per anni contrastato formalmente la deriva sfociata poi nel fallimento. E, come sempre, si arriverà in Consiglio comunale con il pacchetto già confezionato e non emendabile. I Consiglieri comunali potranno così solo alzare la manina.
Eppure, il bilancio stabilmente riequilibrato (previsto dall’art. 259 del TUEL) è un atto “squisitamente politico” (come lo era anche il Piano di riequilibrio, ma anche in quella circostanza il Consiglio comunale è stato un silente spettatore). È responsabilità del Consiglio comunale adottare le decisioni necessarie per assicurare il pareggio complessivo e il mantenimento degli equilibri di competenza e di cassa. Insomma, è il Consiglio comunale che deve deliberare in che modo tendere al risanamento, anche attraverso: l’adozione di politiche di contenimento e razionalizzazione delle spese, l’eliminazione di sprechi e inefficienze, l’attivazione di misure specifiche per il recupero dell’evasione fiscale e tariffaria, in modo da incrementare le entrate e la predisposizione di misure per la gestione e l’estinzione delle passività accumulate. Facciamo un esempio. Il Comune di Mondragone spende per il Sociale molto meno della media nazionale: in Italia la spesa media è di 126 € pro capite, da noi si ferma a 84,86 € pro capite. Al contrario, mentre la spesa media nazionale per la Polizia locale è di 54,7 € (sono gli ultimi dati raccolti per la determinazione dei fabbisogni standard), a Mondragone raggiunge ben 74,52 €. Quindi, si deciderà di tagliare i costi della polizia locale, per riportarli nella media nazionale, o si procederà a dare un’altra sforbiciata al Sociale, già ridotto al lumicino? E chi lo dovrà decidere, i tecnici o chi è stato votato e ci dovrebbe rappresentare? Non solo, ma se i Consiglieri comunali non riceveranno per tempo i dati necessari relativi a tutti i servizi (come quelli che abbiamo indicato), come potranno deliberare “a ragion veduta”? Una delle più gravi nefandezze fatte da chi da oltre 8 anni ha preso il comando in città è l’aver umiliato sistematicamente il ruolo dei Consiglieri comunali, come mai s’era visto prima.
Chi ha avuto l’onore di governare la città di Mondragone e – da incapace – l’ha portata al fallimento, dovrebbe stare giorno e notte a lavorare per cercare di rimediare, per tentare di farla uscire – quanto prima e bene – dal baratro nel quale l’ha fatta miseramente sprofondare. Loro invece – “buoni a nulla e capaci di tutto” – passeranno le prossime settimane a fare da Comitato elettorale del forzaitaliòta e ad alimentare il nefasto “Sistema Caserta”: https://www.notix.it/commento-il-sistema-caserta-in-vetrina-al-plaza-tajani-alla-larga-e-solo-in-collegamento-come-notix-aveva-annunciato/. Ma c’è ancora il divieto per tutte le amministrazioni pubbliche, per il periodo che si estende dalla data di convocazione dei comizi elettorali e fino alla chiusura delle operazioni di voto, “di svolgere attività di comunicazione, ad eccezione di quelle effettuate in forma impersonale ed indispensabili per l’efficace svolgimento delle proprie funzioni”? E, quindi, come la mettiamo con la “passerella” ASI?
