Napoli. Il prof. Antonio Salvatore, Coordinatore del Dipartimento Salute, Sanità e Assistenza di prossimità di ANCI Campania, analizza la situazione attuale del personale sanitario in Italia, mettendo in evidenza luci e ombre.
Da un lato, dal 2019 al 2023 si è registrato un incremento complessivo del personale del S.S.N., con 701.170 unità (+8%), ma dall’altro emergono criticità rilevanti.
In Europa il numero di medici e infermieri pro-capite è cresciuto, e l’Italia ha un numero di medici superiore alla media UE (5,4 contro 4,1 ogni 1.000 abitanti). Tuttavia, sul fronte infermieristico si registra una carenza: 6,9 per 1.000 abitanti rispetto agli 8,3 europei, una mancanza particolarmente grave vista l’elevata età media della popolazione italiana e le sfide della nuova sanità territoriale. Le differenze regionali sono marcate: in Campania, ad esempio, vi è una forte carenza sia di infermieri sia di OSS.
Un ulteriore elemento critico è la cosiddetta “gobba pensionistica”: tra il 2026 e il 2028 andranno in pensione quasi 8.000 medici, e tra il 2026 e il 2035 circa 78.000 infermieri. Ciò rischia di aggravare la già scarsa disponibilità di alcune figure professionali, anche a causa del blocco prolungato delle assunzioni e dell’aumento dell’età media del personale. Le difficoltà sono accentuate in quelle regioni sottoposte da anni a Piani di Rientro e Commissariamenti.
Salvatore conclude sottolineando che una programmazione efficace e coordinata a livello nazionale e regionale delle professioni sanitarie è essenziale per garantire la tenuta e lo sviluppo del nuovo Servizio Sanitario Nazionale.
- Crescita complessiva: dal 2019 al 2023 +51.647 unità (701.170 totali).
- Medici: 5,4 ogni 1.000 abitanti in Italia (sopra media UE 4,1).
- Infermieri: 6,9 ogni 1.000 abitanti in Italia (sotto media UE 8,3).
- Carenze critiche: soprattutto infermieri e OSS, aggravate da forti differenze regionali (es. Campania molto sotto media nazionale).
- Gobba pensionistica: 7.920 medici in pensione 2026-2028; 78.000 infermieri in pensione entro il 2035
- Cause: blocco assunzioni, età media alta del personale, criticità organizzative in regioni con Piani di Rientro/Commissariamenti.
